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Trento, 5 giugno 2009
Collegamento sci-impiantistico Molveno-Andalo,
un altro danno alle montagne del Trentino?

Interrogazione a risposta scritta presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici del Trentino

La stampa locale ha dato ampio risalto, nei giorni scorsi, al progetto di collegamento a mezzo di piste ed impianti tra le località di Molveno ed Andalo. Nelle ipotesi descritte ed al vaglio dei diversi uffici provinciali e comunali si parla di una serie di impianti (tre o quattro) che da Molveno salirebbero al Pradèl ed alla Montanara, sostituendo così i vecchi impianti prossimi alla scadenza tecnica, per poi scendere alla Genzianella (circa a metà strada tra i due paesi) dove partirebbe un nuovo impianto della lunghezza di circa un chilometro per collegarsi con i Prati di Gaggia, con una parallela pista di rientro classificabile come “nera” (e dunque non utilizzabile dalla gran parte degli sciatori), impianto e piste servite da un nuovo parcheggio da 500 posti auto. Tra le novità più interessanti vi sarebbe la realizzazione di una o più piste da slittino, le più lunghe del Trentino, utilizzabili potenzialmente da quel 50% dei turisti che in inverno non sciano (e questo, obiettivamente, può apparire come una buona idea), ma anche dagli appassionati del downhill estivo, vale a dire la discesa con la bicicletta lungo pendii scoscesi (e questo, invece, non può che far “rabbrividire” visti i risultati sull’ambiente dei passaggi degli amanti del downhill).

L’investimento complessivo, afferma la stampa, si aggira fra i 32 ed i 36 milioni di euro e sarebbe realizzato dalla Funivie Molveno Pradel Spa, società che ha presentato risultati economici positivi nell’ultimo bilancio (e la cosa non può che far piacere, in questi momenti di crisi economica) ed i cui ricavi ammontano a circa 547 mila euro.

Come di fronte ad ogni grande investimento nel turismo invernale sorgono almeno due grossi interrogativi: che non si arrechino eccessivi danni all’ambiente naturale e che l’operazione non costi eccessivamente alle casse pubbliche, ai cittadini, o quantomeno si presentino in prospettiva dei risultati positivi. Sul primo quesito credo che non ci possano essere dubbi: le nuove piste – siano per lo slittino che per lo sci – avranno un impatto ambientale pesantissimo, con notevoli esboschi e possibili rischi geologici, soprattutto sul versante molto scosceso della Paganella (non a caso la pista sarebbe classificata come “nera”, anche se poi questo imporrebbe, nell’ottica di un collegamento efficiente, di affiancare ad essa, ma successivamente, piste di minore difficoltà tecnica con evidenti ed ulteriori danni al versante). C’è poi il problema dell’acqua e degli innevamenti. E’ vero che la Provincia, magnanima, ha concesso le acque del lago per l’innevamento artificiale della Paganella, ma qui ci troviamo a quote inferiori ai mille metri! Credo che in nessun altro posto al mondo, con i cambiamenti climatici in corso, autorizzerebbero l’apertura di nuove piste a queste quote! E lo straordinario inverno scorso (straordinario per intensità e quantità di neve caduta al suolo) non necessariamente rappresenta certezze per il futuro. Anzi, l’inverno scorso è stato uno dei dieci più caldi degli ultimi cento anni, nonostante tutto. Il secondo interrogativo: chi pagherà questa ennesima ferita al territorio trentino, venduta (bene) come occasione per lo sviluppo dell’altipiano? Ora, di come una società con ricavi per mezzo milione di euro possa affrontare un investimento da oltre 30 milioni di euro non ci viene detto nulla nell’articolo e del resto la storia dell’economia e della finanzia è piena di misteri. Appare evidente anche ai più sprovveduti che sia quantomeno necessario un corposo aumento di capitale, nell’ordine di diversi milioni di euro, ma visti i tempi e considerato che il socio di riferimento è il Comune di Molveno non può che raggelare il pensiero che anche qui interverrà pesantemente “mamma Provincia”, attraverso il Fondo per lo sviluppo e la società-bancomat Trentino Sviluppo Spa. Nel giornale si parla pure di un possibile contributo provinciale del 50%, in quanto Molveno rientra tra i “piccoli impianti”. Questo sarebbe verosimile se l’operazione si limitasse alla sostituzione dello storico impianto Molveno-Pradel. Ma in questo caso si tratta di collegare Molveno con una ski-area, creando dunque un nuovo carosello sciistico. Tra l’altro, quella della Paganella è una delle ski-area più dinamiche e “ricche” (quanto a capacità di investimento e redditività) di tutto il Trentino. A meno che, anche questa volta, non spunti la formula magica della cosiddetta “mobilità alternativa”, la quale – essendo attività di rilevante interesse pubblico – consente di superare anche tutti i più restrittivi vincoli ambientali, urbanistici ed economici derivanti da norme europee, nazionali e provinciali. Compresi i limiti contributivi. Infatti, se tutta l’operazione di collegamento Molveno-Andalo fosse imputata alle società di Andalo, che ne avrebbero indubbiamente la capacità imprenditoriale e la forza economica, il contributo della Provincia si potrebbe discostare di poco dalla percentuale del 10%, mentre imputandolo alla più piccola impresa della località lacustre, possono essere tranquillamente superati i limiti europei ed il contributo può giungere fino al 50%. Anche qui, Pinzolo-Campiglio docet… E’ peraltro evidente, quantomeno per chi vuole “vedere”, che in questo caso sarebbe assolutamente improprio parlare di “mobilità alternativa”, poiché un efficiente sistema di navette su gomma (peraltro in parte già esistente da anni), alimentate a gas o idrogeno, oppure un nuovo impianto sulla linea diretta Molveno-Genzianella-Prati di Gaggia assolverebbe a funzioni di mobilità alternativa (o “complementare”) in maniera molto più efficace ed efficiente. E con costi, ambientali ed economici, enormemente inferiori.

Ovviamente immagino che il business-plan sarà “oscurato” per i consiglieri provinciali curiosi, come insegnano casi precedenti.

Ultima nota, qui siamo in parte nel Parco naturale Adamello-Brenta ed in parte ne siamo al margine. Ho posto questa nota per ultima perché negli ultimi anni la presenza del parco non sembra aver determinato vincoli o divieti particolari per le grandi opere – come sarebbe lecito attendersi da un’area protetta – come i casi del collegamento Pinzolo-Campiglio e delle cave di tonalite in Val Genova mostrano con chiara evidenza. E’ lecito pensare che, se il Parco non è stato in grado di dire di no a Plaza, difficilmente dirà di no al Pradèl… Purtroppo la Provincia ci sta ormai abituando ad assistere al fatto che i pareri tecnici vengono, per così dire, “piegati alle superiori esigenze” della politica e dello sviluppo. Ma fino a quando proseguiremo così, mancando di rispetto al nostro ambiente ed alle nostre montagne?

Ciò premesso

si interroga il Presidente della Provincia

per sapere

1. se condivida l’opportunità di collegare Molveno ed Andalo, anziché tramite un efficiente e leggero sistema di trasporti, con la realizzazione di un nuovo sistema di piste ed impianti, in luoghi di grande pregio ambientale e forestale e di complessità idrogeologica;

2. se il collegamento Molveno-Andalo sia considerato dalla Provincia – e con quali argomentazioni giustificative – un investimento di “mobilità alternativa” o “complementare”;

3. come sia possibile autorizzare, a fronte dei chiarissimi allarmi ambientali sulle variazioni climatiche e sulle carenze idriche ormai noti in tutto il mondo, nuove piste e nuovi impianti a quote così basse;

4. quanto intenda investire la Provincia nel nuovo progetto, sommando i contributi alla società proponente sulle leggi di settore ed eventuali interventi a sostegno del Comune di Molveno sul Fondo per lo sviluppo e tramite la partecipazione di Trentino Sviluppo Spa, sia nella compagine azionaria delle società esercenti di Molveno ed Andalo, sia come investimento diretto;

5. con quali percentuali di contributo provinciale sarà realizzato il nuovo parcheggio da 500 posti auto in località Genzianella, ovvero se per la sua realizzazione la Provincia trasferirà i fondi al Comune di Molveno per la quasi totalità dell’importo, come in casi analoghi in altre località del Trentino.

Cons. Roberto Bombarda

 

     

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